Nice to meet you
Sono nata a Milano e da sempre lavoro nell’hinterland Milanese svolgendo attività privata a Monza.
Mi laureo nel 1997 in psicologia clinica ad indirizzo evolutivo ottenendo lode e dignità di stampa, mi specializzo con lode in Psicoterapia presso la Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica dell’età evolutiva (SPP) di Milano nel 2003 e inizio ad occuparmi da subito all’ambito minorile lavorando per lo più nei servizi a tutela dell’infanzia e della genitorialità. Rivolgo nello stesso tempo il mio interesse anche alla cura e alla presa in carico dell’adulto in ambito privato.
Negli ultimi anni mi sono specializza in psicotraumatologia, ottenendo certificazione europea di EMDR Practitioner, completando il primo e il secondo livello del training in Psicoterapia Sensomotoria presso il Sensorymotor Psychoterapy Institute (Colorado–Usa) con Psicosoma (Milano), formandomi sulla tecnica D.B.R. (Deep Brain Reorienting).
Utilizzo oggi un approccio psicoterapeutico che ha preso avvio da una significativa base psicodinamica (prendendo come riferimento autori quali Klein, Winnicott, Bion, Bowlby, Fonagy, Stern) sulla quale ho integrato l’approccio cognitivo (teoria dell’attaccamento e dello sviluppo), corporeo – sensomotorio (Odgen, Minton, R.Kurtz, Siegel, Kabat Zin) e neurofisiologico.
Il mio costante interesse e lavoro per l’età evolutiva mi ha portato negli ultimi tempi a sviluppare un vero e proprio lavoro clinico e di ricerca volto a individuare modalità più specifiche nel trattamento dei traumi infantili; per fare questo ho dovuto rivedere e rivalutare tutto quanto fin ora ho acquisito sia come esperienza clinica sul campo che come formazione specialistica maturata.
Le moderne teorie sulla dissociazione strutturale e sul funzionamento post-traumatico a cui faccio riferimento (in particolare la teoria della dissociazione strutturale di O. Van Der Hart, K. Steele e E.R.S. Nijenhuis e la concettualizzazione sul trattamento del trauma che appartiene alla tecnica EMDR – da F.Shapiro a D. Mosquera – e alla psicoterapia sensomotoria) sono quasi sempre centrate sull’adulto sia nella descrizione clinica che nelle indicazioni sul trattamento; da qui ho iniziato a lavorare col fine di individuare il modo migliore per tradurre, integrare ed adattare tutto questo a misura di bambino… impresa non semplice che però sto affrontando con passione, impegno e creatività.
Da qui arrivano per esempio le PiTiPies, nome che ho dato alle mie “Puppets for Trauma’s Psychoterapy” inventate e depositate (come design protetto) proprio come strumento clinico di ausilio nella psicotraumatologia infantile.
Sempre da questa premessa deriva un corposo lavoro che io ed altre colleghe stiamo effettuando per definire dei protocolli di intervento e presa in carico in particolari categorie di pazienti quali per esempio i bambini adottivi.
Parallelamente mi sono da sempre occupata anche degli adulti valorizzando tutte le competenze maturate nell’ambito infantile e cogliendo aspetti di fragilità e difficoltà che spesso hanno origini antiche, nell’infanzia (ovviamente non sempre e non solo). Ho notato quanto la prima fase di vita negli adulti che arrivano non sia sempre accessibile e sufficientemente considerata tanto da farmi pensare che davvero, come dice il Piccolo Principe nell’omonimo libro di A. de Saint-Exupéry:
“…Tutti i grandi sono stati bambini una volta.(ma pochi di essi se ne ricordano)…”
Sicuramente appartengo a quel gruppo di specialisti che mantengono aperto questo collegamento e cercano di sfruttare il costante legame con il mondo interno che appartiene anche all’infanzia, per trovare maggiori e migliori strumenti di lavoro sia con i Piccoli che con i Grandi.
Già anche i Grandi possono trarre grande sollievo dalla riapertura del dialogo con i loro “bambini interni”… a questi ultimi infatti appartengono la maggior parte delle ferite o dei traumi che portano le persone a ricercare poi interventi di cura quali la psicoterapia, spesso con loro i Grandi interrompono la comunicazione nell’estremo tentativo di dimenticare così tutto quanto di doloroso è appartenuto allo loro infanzia…
La letteratura scientifica ha dimostrato che tale operazione semplicemente…
Non funziona
In ogni adulto sofferente, disperato, preoccupato, confuso o disregolato, se si osserva bene, si riescono a trovare i tratti, le espressioni, la postura, i movimenti e talvolta persino la voce del piccolo bambino che ancora aspetta di essere trovato ed ascoltato… sembra quasi una vera e propria caccia al tesoro!
Non sempre è facile iniziarla. Talvolta mancano gli strumenti, le mappe, le risorse, ci si sente in pericolo… Non si sa neanche di che tesoro si tratti.
Da qui comincia la psicoterapia, qui inizia l’incontro con la psicoterapeuta, dalla preparazione al viaggio.